mezzofondo

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Lo strappo

Lo strappoStanotte non riesco a dormire. Da un paio di giorni gli abbracci di Miss Elmaz si sono fatti più rari e più intensi. Mi dice qualcosa di nuovo, che io naturalmente non capisco, in un modo che non riesco a decifrare. Sembra felice per me (il suono della sua voce me lo rivela) ma lo è in tono dimesso, quasi cauto, come se l'equilibrio delle sue emozioni fosse sul punto di rompersi.Chiama il mio nome accennando ai giorni che verranno. Ed io non so perchè.

Anche il latte del mattino, che succhio con avidità dal piccolo biberon tenuto caldo da un calzino bianco, ha un'altra consistenza, più vischiosa e faticosa, direi. Simiret gioca un po' con me ma è come se avesse capito qualcosa in anticipo. Mi strappa dalle mani la bambolina di pezza e mi guarda severa e un po' minacciosa, come fosse la prima volta che le faccio un dispetto, oppure l'ultima.

Karakorum

vertical swimmer photoLa rivista Vertical Swimmers Journal, che ha cessato le pubblicazioni dal 1977, negli ultimi anni di vita pubblicò una serie di originali spunti biografici dedicati a non nuotatori dalle vite straordinarie. Per nostra grande fortuna, alcune logore copie sono state recuperate nei magazzini del centro natatorio universitario di Szczecinek, in Pomerania

Con grande fatica siamo riusciti a ricostruire, dalle pagine quasi illeggibili, le cinque storie che costituiscono la serie cosiddetta del Karakorum, dal nome della montagna-feticcio che, curiosamente, questi lampi di vita hanno in comune.

Le pubblichiamo nella libera traduzione che questo momento storico ci ha permesso di adottare.

Nino Kervinian, cartografo

Nino Kervinian, cartografo danese, era nato a Simmendrup a 72,1 km da Kobenhaven, in una casa di due piani (di 2,78 m e 3,14 m rispettivamente per un totale esposto, comignoli compresi, di 6,62 m) situata a 718 metri dal portone del municipio del paese.

Fin da piccolo manifestò un’ossessione preoccupante per la precisione delle misure: ogni mattina infilava un piccolo decimetro nella tazza del caffelatte per misurare la profondità del liquido; cosa che annotava scrupolosamente in un quadernetto dalla copertina viola. Quando raggiunse l’età in cui gli adulti, tanto per dire, cominciano a chiedere: “cosa farai da grande?” Nino non ebbe alcuna esitazione: il cartografo. E ci riuscì rapidamente; solo che la sua pignoleria divenne un ostacolo per la carriera.

Prime impressioni di Keaton durante la caduta.

Non ricordo tanto bianco dal giorno in cui vidi la mia prima luce.

E’ curioso pensare al tempo che mi rimane mentre rotolo a valle, nell’onda di neve che mi ha travolto. Ogni momento penetra nella coscienza in tutta la sua rovinosa eternità. Potrei riempire pagine intere con i pensieri che accompagneranno la mia caduta: e questo è l’unico privilegio del morire che valga la pena di essere raccontato. 

E’ il rumore di tuono quello che spaventa di più. Il tremore nel ventre, il dolore alla testa che attende l’impatto con il ghiaccio, sono solo effetti acustici: null’altro si può avvertire negli arti spezzati o nel torace schiacciato dal peso della velocità.

Ancora un po' di vento nel respiratore di Karol

Prima di ridiscendere Karol pensò che la neve meritasse un'altra possibilità.

Era strano trovare quegli oggetti proprio sulla cima: non aveva mai visto nulla di simile. Sembravano provenire dal futuro. Intuì che quella strana apertura collegata al tubo zigrinato sarebbe potuta servire per inalare qualcosa. Posò le labbra sulla guarnizione in gomma ed aspirò piano, chiudendo gli occhi.

L'ossigeno rovesciò il suo cervello come un guanto da chirurgo sfilato in fretta e lo lasciò li: contratto ed irriconoscibile. Le immagini sepolte dalla fatica dell'ascendere ripresero nella sua mente il posto che loro competeva.

Strani effetti del monte sul corpo di Anna K

Incuneata nell’anfratto, Anna resisteva al furore dei venti meglio di sua maestà il ghiacciaio in persona: merito del suo nuovo torace.

Adagiata sulla roccia come una macchia di muschio, la giovane donna aveva infilato le unghie, dure come chiodi d’acciaio, nella fessure della pietra. Le sue fortissime mani sorreggevano il suo peso senza sforzo, l’articolazione delle caviglie le consentiva di ruotare i piedi in posizioni un tempo ritenute impossibili: non a lei, cui la natura aveva regalato un corpo mutevole.

Soldati del Kaiser colpiti dal fulmine

Wilfred Keller?Il drappello di soldati del Kaiser, guidato dal colonnello Kurtz, era composto da cinque tra i migliori alpinisti dell’epoca.

I loro nomi si sono perduti nei ricordi della Storia.Tutti, tranne quello di Wilfred Keller.

Sorpresi da una tempesta elettrica a 700 metri dalla cima del K2, i soldati del Kaiser furono salvati da una curiosa combinazione elettrochimica.
Nella neve era misteriosamente disciolta una quantità elevata di tetrapenturio, un sale dalle capacità isolanti sorprendenti.

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