training
Senza fili
Inviato da beppe il Mar, 08/07/2008 - 20:49Respira a fondo, non c'è campo ma ce la puoi fare lo stesso.
Non me l'aspettavo: lasciatomi alle spalle l'ultimo paese, al primo tornante verso il passo, mi è preso il panico da disconnessione.
Cosa penserà Sara? Dal mio ultimo segnale in Twitter avrà letto il mio "esco adesso dall'ufficio" e poi nient'altro. Che idiota, avrei dovuto almeno mandarle un SMS prima della galleria mentre attendevo il verde.
Tre metri sopra il fondo
Inviato da beppe il Sab, 07/06/2008 - 15:04La profondità conta, eccome se conta.
A lungo ho pensato che avventurarsi "dove non si tocca" fosse più o meno sempre la stessa cosa: che il fondo giacesse a pochi metri dalla superficie piuttosto che a qualche centinaio non faceva differenza. Immaginavo che se uno doveva mantenersi a galla da sè lo potesse fare indipendentemente dalla quantità di acqua che lo separava dal fondo.
Solo che allora non tenevo conto del valore della complessità.
Manifesto (nuotatori, perchè?)
Inviato da beppe il Lun, 19/05/2008 - 16:07We expected something, something better than before. We expected something more.
(Song: Start a war - Artist:The National- Album: Boxer, 2007)
Tre ipotesi di lavoro, tutte sul filo dell'ironia.
La prima insiste sul quotidiano, sulle forme contemporanee di comunicazione e su come si traducono in comportamenti e stili di vita e di consumo più o meno alienanti.
La seconda ha pretese più letterarie e si concentra su forme umane immaginarie o possibili.
La terza sugli anticorpi che la pratica del nuoto, come esperienza metaforica di sopravvivenza fra i fluttui di questo fetido oggi, potrebbe fornirci.
Nuotatori si colloca all'intersezione di queste tre ipotesi, in cerca di un senso che potrebbe anche affondare.
Prendi fiato, nuota, sopravvivi.
La memoria delle abilità
Inviato da beppe il Mar, 06/05/2008 - 19:48Alcune cose non ci servono più e con loro se ne vanno i gesti per adoperarle.
Gli oggetti spariscono dall’orizzonte del nostro quotidiano e noi ci dimentichiamo, progressivamente, di come si usavano. Ogni tanto gli oggetti superati, quelli sperduti nel buio dell'obsolescenza, riaffiorano nei discorsi fra reduci di un passato, specie quello tecnologico, inghiottito dal progresso. E' quasi con tenerezza che li illuminiamo brevemente della luce di quelle abilità che richiedevano per funzionare. O semplicemente per essere quello che erano.