Saltanuvole
La pagina pubblicitaria riportata a fianco (clicca sull'immagine per ingrandirla), come buona parte delle campagne promozionali, si regge su di una concezione del proprio target imbarazzante salvandosi a malapena da una sonora pernacchia grazie alla cafonaggine imperante, alla soggezione esterofila dell'italiano medio ed alla sua scarsa familiarità con l'inglese.
Cerchiamo di capire meglio l'intento comunicativo che la sorregge: l'enunciato suggerisce che l'auto in questione è riservata ad un segmento estremamente limitato di pubblico. Gente che non si trastulla con la banalità del quotidiano, tipi tosti, che amano le sfide al punto da attaccarsi un bruciatore sulla schiena, appendersi sotto ad una mongolfiera e ... zompettare fra le nuvole.
Gente così non può essere umiliata, neppure nell'intenzione mediatica, associandola non dico ad un'auto di medio segmento, ma neppure ad una berlina di classe.Questa è gente che fa cloudhopping, gente che vive di avventura, tipi da fuoristrada.
Eh si, perchè a dispetto di quanto rappresentato nello spot, pare poco probabile che uno si metta a veleggiare fra i palazzi per atterrare in Piazza della Repubblica: fino a qui il nostro ipotetico target ci arriva da solo ed io riesco persino ad immaginarmelo il ghignetto di sufficienza di uno che fa cloudhopping quando avrà visto lo spot la prima volta. E' invece piuttosto probabile che una volta in balia dei venti si debba fare i conti con il rischio di dover atterrare, in mezzo ad un altipiano, in posti serviti a malapena da una mulattiera. Meglio ancora se in luoghi completamente inaccessibili anche al più scafato fra i mufloni, posti che giustificano l'acquisto di un'auto del genere e l'impegno di qualcuno tanto idiota o così ben pagato da passare le giornate ad inseguirti.
Perchè qui non stiamo parlando di parapendio, o volo ultraleggero: quella è roba da sfigati. Eh no, qui stiamo parlando di cloudhopping, questo è un target veramente elitario!
Ma quante potranno mai essere le persone del genere in Italia? Vogliamo esagerare? Diciamo qualche centinaio? Fosse così non avrebbe senso investire tanto in una campagna pubblicitaria per tentare di appiopare loro un'automobile: tanto vale scovarli, chiamarli al telefono uno ad uno ed invitarli in concessionaria.
Invece.
Invece (e l'agenzia di comunicazione che ha concepito la campagna lo sa) il pubblico potenziale è molto più vasto di così, ed in esso vi si iscrivono:
- Quelli che vorrebbero un'auto così perchè se un giorno mi capita di fare cloudhopping poi magari c'ho l'auto sbagliata;
- Quelli che cloudhopping non lo faranno mai (e lo sanno benissimo) però se mi faccio vedere in piazza con questa macchina magari a qualcuno il dubbio ci viene che lo faccio davvero;
- Quelli che non sanno neache che cazzo sia sto cloudhopping (me l'ha tradotto mia cognata dice vuol dire saltanuvole) però mi pare tanto figo;
- Quelli che sono talmente abituati a parcheggiare con le ruote sul marciapiede da avere bisogno di un'auto che tenga al riparo la coppa dell'olio;
- Quelli che "la città ormai è una giungla";
- Quelli che vanno all'avventura nel boschetto dietro casa e non vogliono correre il rischio di restare impantanati;
Quelli che...
Quelli come noi, prigionieri di un modello di vita che ha confinato lo spazio naturale nel territorio più estremo del nostro subconscio da homini sapiens; uno spazio che va vissuto no-limits per non risultare banale, una natura che va affrontata piuttosto che vissuta. E' per questo che per vendere un'auto bisogna far leva sulla vocazione da avventuriero (lo fa anche la Fiat negli spot della Sedici), sul prurito da conquistatori. Bisogna necessariamente immaginare una natura altra rispetto al contesto urbano: non tanto in termini di contrasto ambientale (alberi contro palazzi, aria contro smog, verde contro grigio, spazio contro muri) bensì in termini di ostilità, di refrattarietà alle conquiste, qualcosa che, sfidando il quotidiano, lo renda per contrasto rassicurante. Qualcosa che va affrontato con i mezzi adatti, aggredito in velocità: l'appeal della scampagnata fuori porta si è esaurito negli anni 50. Fra la coda per la spiaggia ed il deserto in solitaria si sono esaurite tutte le sfumature.
Fa sorridere piuttosto l'idea che la maggior parte di questi mezzi, che avrebbero in sè anche una ragion d'essere, sia nata per l'avventura e finisca a fare una vita da giardinetta.
Più o meno come molti di noi, che sognano di essere Indiana Jones e poi si comprano iil 4x4 per salire sulle aiuole spartitraffico. Altro che cloudhopping..